CareerHealthLifeSport Lo sport è la metafora della vita.

In questi giorni di ori olimpici la figura del mental coach è salita agli onori della cronaca sportiva.

Una figura spesso sconosciuta, altre volte guardata con sospetto, è stata invece esaltata da chi, anche grazie al lavoro di un mental coach sportivo, è riuscito inaspettatamente a vincere un oro alle Olimpiadi.

Perché è ormai pacifico che non è sufficiente allenare le competenze fisiche, tecniche e tattiche per ottenere performance di successo; l’allenamento mentale è una componente altrettanto importante.

Avere il giusto mindset, saper tenere alta la motivazione, anche nei momenti di sconforto, aumentare la consapevolezza e l’autoefficacia, incrementare il potenziale e ridurre le interferenze, sviluppare le risorse inespresse e superare i fattori critici ed i blocchi, mantenere il focus, arrivare centrati al momento della competizione, allenare un dialogo interiore funzionale, superare anche mentalmente gli infortuni.

Se manca questa parte, l’atleta non arriva in competizione pronto per una performance di eccellenza.

Ciò spiega anche perché atleti apparentemente svantaggiati per caratteristiche fisiche o anche tecnicamente non perfetti, siano però in grado di raggiungere risultati migliori di altri.

Cosa fa dunque il mental coach sportivo? Allena, e non a caso si chiama coach e trainer.

Il coach, tramite domande mirate, piani di azione, strumenti creativi, collabora con il coachee per consentirgli di allenare le sue potenzialità e scovare le sue risorse, mettendole al servizio della definizione e del raggiungimento dell’obiettivo sportivo; a questo si può aggiungere un lavoro da vero e proprio trainer, laddove insegna tecniche ed esercizi specifici per l’empowerment dell’atleta.

Sono moltissimi gli strumenti che utilizza: domande potenzianti, esercizi di concentrazione, tecniche di respirazione, allenamento ideo-motorio, esercizi di propriocezione, esercizi di mindfulness, visualizzazioni.

Un percorso di coaching può essere seguito da tutto il team dell’atleta ed è fondamentale anche per le squadre, oltre che per i singoli atleti, per lavorare efficacemente sul valore e sui valori della squadra, sulla collaborazione, il sostegno reciproco, la comprensione ed il rispetto dei ruoli, una corretta comunicazione tra gli atleti e con l’allenatore.

L’augurio, quindi, è che sempre più realtà sportive vogliano provare a capire quanto la presenza di un mental coach possa fare la differenza.

Tu non pratichi sport? I benefici del coaching ti risuonano comunque auspicabili per la tua vita personale o professionale? E’ una sensazione corretta; d’altra parte si dice che lo sport è la metafora della vita …… il coaching è utilissimo per il raggiungimento del ben-essere e risultati di eccellenza anche nella vita e nella professione. Non ti resta quindi che mettermi e metterti alla prova!

 

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